train spoiling
Back from India. Back to life.
Con lo scadenzato e gioioso evento ad attendermi – il mio cumpleanno e il Beddipaddi, trascorso in Cadore raccogliendo funghi e temporeggiando alla sagra delle cornole di fronte a un piatto di cinghialetto e polenta fumante.
Nel tragitto da Milano, in treno, sul Cisalpino, gia' in partenza con un riatrdo di 20 minuti. Me ne sto seduta al mio posto, dotata di pc, ipod, libro, giornale e riviste. E soprattutto un incombente lavoro da finire entro sera, Cosi, tutta presa, non noto che, seduto in un altro raggruppamento di posti, proprio sulla mia direttiva dei 45 gradi, c'e' un tipo che si guarda in giro, parla in francese col dirimpettaio e scarabocchia sul suo scrapbook. Cosi non noto che il suo sguardo a volte si sofferma un po' piu' a lungo. E che poi scarabocchia. Ma a un certo punto noto che il suo sguardo si sofferma piu' a lungo e che poi scarabocchia e penso che questo tipo sta guardando e scarabocchiando e che io sono l'oggetto del suo sguardo e del suo scarabocchiare. La cosa inizialmente mi attraversa indiffierente, per poi imbarazzarmi, per poi interessarmi. Cosi non noto che e' intrinsecamente bello, quel bello che ti accorgi dopo che e' bello, a guardarlo meglio, a guardare i particolari e poi a sommarli insieme. Notando che quando sorride, gli occhi si piegano a sorriso, che i capelli lisci, leggermente lunghi, ma corti e disordinati, seguono un'ovalizazzione pulita e rassicurante come il suo abito. Cosi la totale svoglitezza di impegnarmi in qualunque attivita' nel viaggio e l'insistenza di quella presenza che inizialmente ignoro, mi vede passare dal lavoro, al libro, alla musica, al giornale, al finestrino, all'uomo ignoto, alla musica, al libro, all'uomo ignoto e cosi via. Senza per altro rimanere troppo sul suo sguardo, per non disturbare l'artista al lavoro.
Poi pero' inizio a riflettere su come me bne sto seduta – perche' sono l'oggetto di un ritratto, ajo, attenta non mangiare gomme e fare bolle con la bocca come al tuo solito – per non rovinare l'espressione, manterendo un aplomb ieratico ed etereo che possa far trasfigurare la mia aurea luce interna in tratti grafici e belta' splendea agli occhi suoi ridenti e fuggitivi. Insomma, stavo entrando nel ruolo, senza far troppo trasparire che...c'ero.
Cosi quando l'uomo ignoto (svizzero, persumo) inizia a spostare il suo sguardo su un altro passeggero, allora comincio a guardarlo meglio (ovviamente falling in love), e a preoccuparmi del fatto che abbia trovato un altro soggetto piu' interessante (ma quello seduto davanti a me e' uno sfigato zero fotogenico, come puo' preferirlo ai miei tratti da dolce stilnovo?). Pero' ovviamente non gli faccio capire che ho preso coscienza della sua presenza nel mondo, devo mantenere la mia dichiarata impercettibilta' alla realta'.
Poi improvvisamente mi accorgo che siamo a Padova, tra poco arriva Mestre e io scendo. Cavolo, il mio svizzero scendera' sicuramente a Venezia e la nostra storia finira'. Cosi decido di dedicare gli ultimi 10 minuti del viaggio al pittore svizzero. Cosi parte la sessione di eye flirting in cui io mi sveglio dal mio torpore e lui ovviamente abbandona l'interesse per il modello sfigato.
Mestre, stazione di Mestre. Devo scendere.
Cosi mi alzo, raccolgo le mie cose. In piedi a fianco a lui, in attesa di scendere, rompo la regola dell'eye flirting – not even one word (you can hear him replying and the love is gone...). E lo apostrofo “can i see your drawings?”, e lui, alla mia inaspettata domanda, muovendosi sulla sedia, non ha capito bene e io di nuovo “can i see your drawings?”, e lui apre il quaderno che ha degli scarabocchi di bassotaglio sparsi in mezzo a cose scritte, che mi sfoglia davanti con un “oh well...yes...but unfortuntaley not of you”.
NOT OF ME?????? E ALLA CHE CAVOLO MI GUARDAVI E SCRABOCCHIAVI? SCUSA MA NON ERAVAMO FOLLEMENTE INNAMORATI E SOGNAVAMO UNA VITA INSIEME, TU PITTORE E IO TUA MUSA??? WHAT EN EARTHQUAKE FOR MY EGOTRIP! MI HAI MENTITO! YOU FOOLED ME!
E' troppo! Nel giro di un micronanosecondo il treno e' arrivato in stazione, giro la testa, non lo saluto, scendo e inizio a riconsiderare che infondo quello che mi sembrava bellezza discreta era anonimita', occhi spenti, shabby look, sicuramente un finto intellettuale liberale costruito su stereotipi medioborghesi che gira con uno scrapbook di carta ricicalta grezza e la moleskina e tiene le penne a inkiostro in un astuccio di metallo e ha sempre nella borsa un libro con un segnalibro a meta' libro, ma manca di autentica liberta' e autonomia di pensiero perche' plagiato dalla sua stessa apparteneza subculturale, ma non lo riconosce e ti parla a slogan. Uno che i capelli lunghi, ma corti semplicemente nascondono un quasi imminente uomo calvo. Sicuramente un protege' di diletto che va a venzia con l'amante dirimpettaio, attempato e morboso svizzero che lo mantiene con i profitti delle stock options.
Ma infondo, nulla di nuovo. Gli uomini son spesso menzonieri. Gli artisti son artisti, ma inaffidabili. Il lavoro, e' lavoro. I treni, sono in ritardo.
1 Comments:
Fantastico! Ci vediamo stasera!!!
Anita
1:36 PM
Post a Comment
<< Home