Una trentenne trapiantata a Milano, ama la fotografia digitale artigianale e creativa, la buona musica e la danza. Scrive di vita notturna, fenomeni culturali urbani e metropolitani. Scrive anche altre cose ma indubbiamente meno appealing e svagate.

Tuesday, April 21, 2009

La fine del Purgatorio - martedi28aprile@Teatrodell'Arte

(segnalo, dell'amico) Marazzi, presentazione del libro.

Tre racconti: Il respiro delle case, Summa, Angolo vuoto.

incipit Io mi ricordo che vissi un periodo pieno di sorprese e di guadagni. I miei occhi e i miei sensi assorbivano assorbivano – tantissime cose, e mi sentivo crescere, ingrandire, essere felice. Lo dico adesso, ma è una constatazione, non è nostalgia, io non mi sono mai voluto fermare e guardarmi indietro.

et ultra Il boom un bel giorno ci si ammise che era finito, allorquando la conflittualità sociale iniziò a ribattere esacerbata e incattivita i suoi colpi, e mi ritrovai definitivamente attrezzato per protrarre quanto restava, avanti e indietro, avanti e indietro, est ovest, ovest est, come una mosca dentro un bicchiere, senza la cieca furia e irriflessa, al riparo fragile del mio mestiere.

...

Alcuni vantaggi puramente inerziali nel persistere in una vita occidentale di riporto, o di secondo rango: ci si riproduce nel complesso con maggior quiete e tranquillità; l’opulenza è tutto sommato garantita; più stabilità, e un senso oliatissimo della continuità: basta affidarsi al comune buon senso e chiudere gli occhi. Chiuderli bene. Anche le orecchie. Quelle poi: perché non è che non si continui a parlare. Sempre più a valanga, in avvitamento esponenziale, sino a stordirsi tutti. E chiudere quant’altre più cose possibili.

Martino Marazzi vive a Milano [...] Richiesto dal suo maestro e capo-ufficio, anni fa, perché si autolicenziasse, rispose incautamente, non sapendo bene che cosa dire, “per poter scrivere”.

http://web.mac.com/diego.dejaco/sedizioni/effemeridi/Voci/2009/4/28_Voce_1.html

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