Una trentenne trapiantata a Milano, ama la fotografia digitale artigianale e creativa, la buona musica e la danza. Scrive di vita notturna, fenomeni culturali urbani e metropolitani. Scrive anche altre cose ma indubbiamente meno appealing e svagate.

Monday, April 14, 2008

Povera pippa bacca



Il valore della vita non sta nella lunghezza dei suoi giorni, ma nell’uso che se ne fa: si può vivere molto a lungo, ma molto poco. Micheal De Montaigne.



Non andare dove porta il sentierovai invece dove non c'è sentiero, e apri una strada. R.W. Emerson



I funerali saranno celebrati a Milano sabato prossimo alle 11 nella chiesa di San Simpliciano, Milano.


Wednesday, April 09, 2008

qualcuno lo classifica il paese più triste al mondo...

New book lists Moldova as world's unhappiest country

Moldova is the world's unhappiest country, according to a newly published book. In "Geography of Bliss", author Eric Weiner reveals why Moldovans are so utterly miserable. In contrast, residents say Transdniester is a much happier place - but with no desire to join the failed state on the other side of the Dniester river...

e ancora...
MOLDOVA WORLD'S TOP REMITTANCE RECIPIENT IN 2007
Instead of making a living through productive work and exports, Moldova is now the most remittance dependent country in the world. More than 36 of its GDP comes from the earnings of what is mostly illegal immigration. For two years in a row, Moldova has officially been classified as a failed state

Tuesday, April 08, 2008

Formidabile 68....ma anche Giulio non scherza...


Brevemente....

ieri sera con Enrica, la Lorella, la mammetta e la Silvana, si va al Piccolo a vedere lo spettacolo - infiltrate grazie all'amica di Lori.

Primo commento all'inizio dello spettacolo "ma chi è sto figo?"
Il secondo il terzo il quarto seguivano sull'onda.

Basti dire che quando alla fine ha preso in mano la chitarra, mi aspettavo di alzarmi e ballare sulle note di "sex bomb". (e anche Martinotti, Sgarbi e D'alema...o il suo sosia).

Ma il meglio è successo dopo. Fuori dal teatro, con gli occhi a forma di cuiricino, incontriamo Claudia e marito che stavano andando alla ricerca dell'uscita dai camerini, per andare a complimentarsi con lui.

Cosi mi aggrego.
Io e Claudia imbarazzatissime, robe da adolescenti queste....

Entriamo quindi dal retro, nei pressi dei camerini. Li ci sono varie celebrities&friends del suddetto "sex bomb", che risponde al nome di Giulio Casale.

Quindi io e Claudia ci mettiamo in fondo al corridoio, tra l'imbarazzato e il molto imbarazzato. Mentre il marito super tranquillo.

Lui compare, non me lo sono sognato ma mi guarda per un momento (ma forse perchè c'era un cartello appeso sopra la mia testa, e io penso "cavolo...proprio oggi che ho l'herpes simplex sul labbro....").

Insomma, alla fine lo intercetta, lui appare abbagliante di nero vestito, addirittura con il canino che luccica di luce riflessa come nei migliori cartoni animati giapponesi (o soap opera USA).
Roba da mettersi i rayban da quanto è mistica la sua visione.

Gli stringe la mano e indica noi (che risultiamo le sue groupies). Noi, ciao ciao con la manina.
Ma lui si avvicina e stringe la mano anche a noi. Prima a cluadia e poi a me.

Io e il mio herpes simplex - che il quel momento diventa complex - sicuramente arrossiamo.
Ma il mio udito bionico non mi fa sfuggire che lui mi trasmette in modo criptato un
"scusa possono avere il tuo numero di telefono?"
e anche "sei vodafone?"
"si certo, facciamo la you&me?"
e poi
"dobbiamo pensare alla lista di nozze, cara".

Cosi la serata finisce.
W IL TEATRO CANZONE!!!!
I LOVE CULTURE

http://www.youtube.com/watch?v=-CJcEiTRPPc

http://www.youtube.com/watch?v=6KUJE2xs-RE

CARMEN - Companyia Metros - TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI

'nzomma....
a me non ha esaltato tanto.....

http://it.youtube.com/watch?v=sttULY1ioTU&feature=PlayList&p=AE4A114ECF48755D&index=0

Wednesday, April 02, 2008

Vietnam, la marcia degli operai "Noi, sfruttati dalla Nike"

MA EXPO VUOL DIRE SVILUPPO?

di Jerome Massiani 01.04.2008
Nell'entusiasmo per l'assegnazione dell'Expo 2015 a Milano, forse è meglio non accettare in maniera acritica affermazioni non dimostrate sugli effetti benefici della manifestazione. Perché le incertezze sono molte. A partire dal bilancio finale dell'organizzatore: eventuali perdite sarebbero pagate dallo Stato italiano. Nel calcolo dell'impatto occupazionale non si considera l'effetto sostituzione. Quanto alle infrastrutture, seppure utili, la loro costruzione non dipende dall'evento.
L'assegnazione a Milano dell'Expo 2015 è stata accolta con molto entusiasmo, confermando ancora una volta che i grandi eventi, dall'Esposizione universale alle Olimpiadi, hanno un forte sostegno a priori non solo dei decision maker, ma anche dell'opinione pubblica. Di fronte a questo sostegno trasversale, è giusto che l'economista faccia il suo mestiere e provi a indagarne i possibili effetti reali, al di là delle solite immagini retoriche utilizzate dai promotori: oggi "l'Expo pagherà l'Expo", come i greci dissero a suo tempo "i giochi pagheranno i giochi" .
UNA SCOMMESSA AL RIALZO
L'economia dei grandi eventi è poco studiata. La gran parte del materiale disponibile proviene dai promotori stessi o della stampa che ne commenta, in itinere, gli esiti più visibili. Tuttavia, alcuni lavori, ancora per certi aspetti "pionieristici", sono stati sviluppati. Baade e Matheson, in una lucida analisi, ricordano come il contesto stesso di competizione, con il potere di monopolio dell'ente accreditatore (solo il Bie può concedere una Exposition Universelle, solo il Comitato olimpico internazionale può attribuire le Olimpiadi), crea una situazione di svantaggio per le città candidate. (1) In primo luogo, sono sottoposte a un meccanismo di rilancio: nel processo di candidatura, la configurazione che ottimizza il bilancio costo-beneficio per il territorio non è un punto di equilibrio stabile; i candidati devono a più riprese aumentare la posta per accrescere le loro probabilità di successo. Una volta entrati, non c'è niente che consenta di uscire da questo meccanismo e che garantisca che il bilancio rimanga positivo. (2)Va poi considerato il sistema delle royalties che gli organizzatori devono pagare agli accreditatori per poter organizzare l'evento: illustra alla perfezione i meccanismi di estrazione della rendita da parte del monopolista. Le royalties sono talmente cospicue che alcuni organismi le coprono della massima riservatezza. (3) Se è comune percezione che i grandi eventi comportano un flusso di reddito per la città ospite, meno diffusa è la percezione che questo reddito ha come contropartita una spesa. Bisogna però ammettere che le informazioni disponibili sull'Expo 2015 sono piuttosto rassicuranti: si parla di 11 milioni di euro (4), facendo sperare che non sia stata estratta tutta la rendita.
LA VALUTAZIONE DEI COSTI-BENEFICI
Il punto più critico risiede forse altrove, nella visione distorta dei costi e benefici che può nascere da un progetto del genere. La considerazione più banale riguarda l'equilibrio economico dell'organizzatore, che in caso di mancata realizzazione degli incassi previsti (5) si troverebbe costretto a chiedere l'applicazione della garanzia dello Stato italiano. (6) Ma al di là dell'equilibrio dell'esercizio, sia a livello dell'ente organizzatore, sia dell'insieme delle amministrazioni coinvolte, quello che merita l'attenzione degli economisti è l'effettivo interesse della collettività nazionale a ospitare un simile evento. Lavori di analisi economica che fanno uso di concetti cardine, come il surplus, sono rari. Tuttavia, uno studio sulle Olimpiadi invernali di Vancouver del 2010 mostra come queste rappresenteranno per il Canada una perdita netta di benessere. (7) Non tutti i dati necessari sono disponibili e il lavoro si basa su ipotesi perfettibili, tuttavia ricorda a chi lo vorrebbe dimenticare, che al di là dell'equilibrio finanziario degli enti promotori, quello che conta è il contributo delle risorse investite al benessere delle popolazioni. Tra gli argomenti a favore di un evento di questo tipo si cita quasi sempre l'eredità che lascia. Ci sono tuttavia seri dubbi sull'utilità di molte delle opere realizzate per l'Expo. Di solito, il suo formato implica che diversi padiglioni siano temporanei. Quanto poi agli investimenti più duraturi, in particolare nelle infrastrutture di trasporto, è difficile sostenere che non abbiano un'utilità sociale rilevante, tuttavia sarebbe sbagliato attribuirli all'Expo, tanto che lo stesso dossier di candidatura li categorizza, in maniera corretta, sotto la voce "infrastrutture non legate alla realizzazione dell'Expo".E sono da prendere con cautela anche le cifre indicate sugli effetti occupazionali. I promotori calcolano l'impatto indiretto della gestione dell'evento a 12.734 posti di lavoro: "ad esclusione dell'occupazione direttamente creata dall'Expo" sostiene il capitolo 21 del dossier di candidatura. Sarebbe comunque più giusto un calcolo che tenesse conto esplicitamente degli effetti di sostituzione. (8) E la pratica di contabilizzare nell'impatto dell'evento sia l'occupazione diretta, che quella indiretta e indotta, seppure prassi corrente nei lavori empirici, solleva forti obbiezioni concettuali. (9) Queste considerazioni non vogliono essere una valutazione negativa della candidatura all'Expo, ma un chiaro avvertimento contro interpretazioni ingenue dell'economia dei grandi eventi. E un invito a non accettare in maniera acritica affermazioni non dimostrate sugli effetti benefici dell'Expo 2015.
(1) "Bidding for the Olympics: fool's gold?" Robert Baade e Victor Matheson. Disponibile negli atti della conferenza International Association of Sport Economists. (2) Tranne decisioni coraggiose come quella presa nel 2002 in Francia dal nuovo governo Raffarin di rinunciare all'Expo 2004 di Dugny. Che pure pagò cospicui indennizzi a vari enti, tra cui 94 milioni di euro all'amministrazione locale promotrice del progetto, il département di Seine-Saint-Denis.(3) Per i gran premi di Formula uno, si veda per esempio Trevor Mules, "Taxpayer subsidies for major sporting events", Sport management Review, 1998, 1, 25-43.(4) Fonte: dossier di candidatura Expo 2015(5) Su questo punto, le previsioni di biglietteria appaiono molte alte: 29 milioni di visitatori, una cifra considerevole rispetto alle ultime edizioni svoltesi in Europa che non hanno superato i 20 milioni (17 milioni a Hannover). Certo, l'ipotesi si basa su un prezzo del biglietto più popolare: 28 euro a tariffa piena, contro i 69 euro chiesti a Hannover. È tuttavia lecito considerare che la robustezza del piano economico prospettato per l'evento dipende completamente dell'affidabilità di questa previsione. Inoltre, anche le spese sono da considerarsi come un "wish data" soprattutto se si considerano le molte prove ormai disponibili della lievitazione dei costi nel contesto dei grandi progetti. Si vedano ad esempio le ampie evidenze raccolte da Flyvberg in merito.(6) Sono gli Stati che candidano le città a ospitare le Expo, e devono quindi subentrare nelle obbligazioni finanziari concordati col Bie.(7) "A cost-benefit analysis of an Olympic games", Darren McHugh, Queen's economic department working paper n. 1097.(8) Se, come afferma il dossier di candidatura, una grande parte delle entrate saranno dovute a italiani, c'è da chiedersi se non esiste qualche sostituto alla loro spesa per l'Expo. Dunque l'impatto occupazionale va calcolato al netto dell'effetto occupazionale negativo che può derivare dell'abbassamento dei consumi nei sostituti. In maniera più realistica, Noël de Saint Pulgent, incaricato dal governo francese di valutare la cancellazione dell'Expo di Dugny 2004, notava, nel suo dossier di sintesi "on ne sait pas bien distinguer, dans le chiffre d'affaire généré, ce qui est de l'apport net de ce qui est une substitution de consommation."(9) Se si dovesse mettere a credito di ogni settore sia i posti di lavoro diretti e indiretti che i posti di lavoro indotti, allora si conterebbe più volte ogni posto di lavoro. I posti di lavoro degli organizzatori dell'Expo sono a loro volta indotti dall'attività degli altri settori, allora bisogna decidere se l'occupazione indotta va contabilizzata a favore del settore a monte o del settore dove si osservano. Se non si fa così e si sommano le varie tipologie di posti di lavoro, si incorre in inevitabili problemi di doppio conteggio.

Tuesday, April 01, 2008

Alpe di Siusi - fine della stagione sciistica....bye bye




Acqua di Luna


Ieri ero in fila all'Esselunga, cassa veloce.
Un signore di mezza età in fila, qualche persona avanti a me, è in attesa che arrivi la moglie e fa procedere le altre persone in fila verso la cassa.
Di bassa statura, dal capello corto e anticipatamente bianco e due vispi occhi azzurri.
Con un accento che potrebbe essere di un sud Italia tendente all'analfabetismo oppure uno straniero che ha invece acquisito molto bene l'idioma.
Cosi incalza "mia moglie è andata a prendere l'acqua...ma da quanto tempo ci mette, sta scavando per cercarla....i vecchi dicevano una volta che l'acqua più pura, quella delle fonti, dei pozzi, quella da raccogliere, è quella che si prende prima che il sole sorga, prima dell'alba....sono le cose che dicevano i vecchi".
"beh in effetti, pensandoci, quando è ancora buio e il sole non è sorto, tende ad essere più freddo, quindi forse l'acqua è più pura anche perchè con il calore proliferano di più batteri e simili"
"infondo nel sapere dei vecchi c'è sempre un motivo e una saggezza che spiega le cose"
"si da me lo divevano gli anziani, un tempo"
"da dove viene?
"dalla ex federazione russa...Moldavia"
Nel frattempo arriva la moglie, una piccola signora dal volto triste, i capelli tinti castano scuro e due orecchini d'oro stile quelli della nonna". Penso che tra i due, lui è proprio un bel tipo. Penso chissà come si trovano qui in Italia, a Milano, a fare la spesa all'Esselunga, a quante volte al giorno pensano alla Moldavia e richiamano alla mente paesaggi, volti, persone, luoghi.
La moglie posa due bottiglie di acqua. Leggiamo la marca. Acqua LUNA.
Io e lui guardiamo e diciamo...."Luna! Che coincidenza...". E lui "....nulla è per caso....non ci sono coincidenze". E con il dito indica in alto.
Poi parla in Moldavo con la moglie, credo che le racconti della nostra conversazione e dell'acqua prima che il sole sorga. Lei non sembra avere grandi moti e reazioni.

Cosi uno sguardo d'intesa e un sorriso complice "E' stato un piacere, davvero" "Anche per me, arrivederci" "Arrivederci".
E vanno via, lo guardo se per caso lui si giri verso di me per un ultimo saluto, ma escono con le borse della spesa, senza voltarsi.

Spazio Schengen: aboliti i controlli di frontiera negli aeroporti

Rimossi i controlli alle frontiere terrestri e marittime, è ora la volta dei controlli alle frontiere aeree: il 30 marzo 2008 si è concluso il processo di allargamento dello Spazio Schengen con l’abolizione dei controlli alle frontiere aeree fra i paesi entrati a far parte dello Spazio il 21 dicembre dello scorso anno (Estonia, Repubblica ceca, Lituania, Ungheria, Lettonia, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia) e i 15 che erano già parte del sistema Schengen.
La data di abolizione dei controlli alle frontiere aeree coincide con il cambiamento semestrale degli orari dei voli aerei.
I 24 Paesi dell’Unione hanno ormai provveduto ad installare nei loro aeroporti sofisticati sistemi di sicurezza e speciali “terminali Schengen”.
L’abolizione dei controlli alle frontiere segna la conclusione di un processo storico unico, la soppressione, cioè, delle frontiere interne fra tutti i 24 paesi dell’Unione. L’allargamento dello spazio Schengen viene dunque a confermare l'impegno dell'Unione a facilitare gli spostamenti all'interno e verso l'Unione, rafforzando nello stesso tempo la sicurezza delle frontiere esterne europee.
Sarà possibile in tal modo viaggiare da un aeroporto all’altro dello spazio Schengen senza ulteriori formalità, con l’effetto positivo di agevolare le procedure per i cittadini, fermo restando che saranno mantenuti i normali controlli di identità effettuati dalle compagnie aeree ai check-in e all’imbarco, nonché i controlli di sicurezza previsti per qualsiasi volo a prescindere dalla destinazione.