Una trentenne trapiantata a Milano, ama la fotografia digitale artigianale e creativa, la buona musica e la danza. Scrive di vita notturna, fenomeni culturali urbani e metropolitani. Scrive anche altre cose ma indubbiamente meno appealing e svagate.

Wednesday, June 27, 2007

Il mistero della bici rubata

E' successo ieri sera.
Finito yoga, scopro con l'amica Mari che la sua bicicletta è sparita. rubata. hailei.
Cosi, sconsolata, l'accompagno a piedi verso casa.
Prendo per via Borsieri, che lei di solito non prende.
E cosi, ancora lamentandosi su ladri di bici e sensazione da perdita..."perchè Mari, poi la tua bici non era cosi bella...era un pò come quella"
Mari: "ma quella è la mia bici"
"ma forse sai che..."
Mari: "si! questa è proprio la mia bici!"

Cosi scopriamo che effettivamente la bici di Mari è stata rubata, ma stranamente non ha ancora abbandonato il quartiere.
La cosa strana è che la bici di Mari adesso si trova semplicemente appoggiata a un albero, con una (nuova) catena che lega la ruota al telaio.

Cosi, questa situazione inizia a costellarsi di lecite domande prive di risposta:
“ma perché il ladro non è fuggito via con la bici?
Perché il ladro è rimasto in zona?
Perché il ladro non ha legato la bici a un palo, anziché lasciarla appoggiata (anche se legata a sé)?
Ma dov’è il ladro ora?”

E possibili ipotesi furono avanzate:
“il ladro è un po’ pirla…
il ladro è in giro che sta rubando altre bici, poi passa con un furgoncino che le carica tutte…
il ladro è al bar qui di fronte che ci guarda e non si fa vedere…
il ladro è al bar qui di fronte ed è meglio se andiamo via prima che ci possa vedere”
(in effetti, in quanto ladro, ci siamo potute immaginare che chiunque si fosse presentato non sarebbe stato un gentleman dal facile baciamano….per cui l’allontanamento dal luogo del delitto era in effetti scelta appropriata).

E poi:
“se anche arriva il ladro, come possiamo provare che quella bici è la bici di Mari?
Visto che il ladro ha la chiave del lucchetto che c’ è ora, su che basi possiamo sostenere che quella bici non è sua?
Come potrebbe un ladro avere una faccia di tolla tale da sostenere di fronte a noi che quella è la sua bici?
Ti immagini se lo facesse? Potrebbe anche chiamare i carabinieri…”.

In tutto ciò, ci saremmo volute appostare di nascosto dietro un cespuglio per vedere il ladro tornare in azione e riprendersi la bici di Mari. Ma a Milano non ci sono cespugli, quindi abbiamo caricato la bici immobilizzata dalla catena e l’abbiamo faticosamente portata a casa.

L’indomani Mari è andata dal ferramenta per farsi trinciare il lucchetto – guadagando una catena nuova - (spiegando bene che non voleva appropriarsi di una bici rubata, ma che aveva rubato semplicemente la sua bici).

Infondo, una volta ritornato verso l’albero, il povero ladro pirla ha scoperto che qualcuno gli aveva rubato la bici. Deh. Un ladro, derubato. In questo siamo state davvero ganze.
Quindi, per un momento, il ladro deve aver provato quanto Mari aveva provato poco prima: “cazzo, mi hanno rubato la bici…”.
Sicuramente il ladro si sarà velocemente e facilmente consolato con un’altra bici (e per questo temevo per la mia).

Che dire.
Conclusione: chi la fa, l’aspetti.

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Anche a me hanno rubato una bici a Gorizia, l'ho cercata un giorno intero e poi per tantissimo tempo nei mesi scorsi, ma niente. Forse il ladro se l'è portata in Slovenia, a pochi chilometri da casa mia. Mi ricorda i vecchi film americani in cui i malfattori scappavano in automobile oltre il confine dello stato per sfuggire alla polizia locale... Nicola

8:37 PM

 

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